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Violenza di genere in Europa

by Michele Lipori

di Michele Lipori. Redazione Confronti

Il report Il Punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne contiene un’analisi della violenza di genere e della discriminazione contro le donne elaborata dal Servizio analisi criminale che fa capo alla Direzione centrale della Polizia criminale e si basa sulla banca dati delle Forze di polizia. Tra le principali evidenze troviamo che in Italia nel 2023csono state uccise 109 donne, di cui il 90% in ambito familiare o affettivo, di cui 58 per mano del partner o ex partner. Inoltre, si sono registrate 964 denunce per il reato di revenge porn, con un aumento del 40% dei casi rispetto all’anno precedente: il reato specifico di revenge porn consiste nell’invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione – da parte di chi li ha realizzati o sottratti e senza il consenso della persona cui si riferiscono – di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito destinati a rimanere privati. Per contro, si è registrato un decremento del 13% dei reati di stalking rispetto al 2022. Infine, le donne vittime di violenze sessuali presentano un’incidenza elevata, vicina al 90%.

VIOLENZA DI GENERE IN EUROPA

Gli ultimi dati ufficiali che confrontano i tassi di violenza di genere in Europa risalgono al 2018. Secondo le statistiche dell’Unione europea, una donna su tre, a partire dai 15 anni, ha subìto violenze fisiche o sessuali. A rendere il confronto molto complesso c’è il dato di fatto che alcuni Paesi europei non includono la violenza di genere nelle loro statistiche o forniscono dati molto lacunosi sui casi di femminicidio (tra cui Polonia, Bulgaria, Danimarca, Lussemburgo, Belgio, Portogallo, Irlanda e Romania); inoltre non c’è unanimità nell’intendere quali comportamenti costituiscano reati riferibili alla violenza sessuale.

Il rapporto del 2023 del Mediterranean institute for investigative reporting e dell’European data journalism network ha cercato di colmare alcune di queste lacune attingendo da due fonti principali di dati. La prima è rappresentata dagli indicatori dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) sulla intimate partner violence (violenza da parte di un partner intimo) e quelli sui femminicidi, contenuti nel Gender equality report del 2021, che raccoglie i dati fino al 2018. L’altra fonte è rappresentata dal database di Eurostat, che fornisce dati fino al 2020 su omicidi volontari, stupri e aggressioni sessuali. La ricerca ha evidenziato aumenti significativi di femminicidi in alcuni Paesi europei, ad esempio: la Grecia ha registrato un picco del +187,5% nel 2021 rispetto all’anno precedente; la Svezia ha visto un aumento del 120% dal 2017 al 2018, mentre Estonia e Slovenia hanno visto un aumento del 100% rispettivamente nel 2015 e nel 2020, ma anche Germania e Italia hanno visto un incremento significativo. Femminicidi a parte, i casi di violenza sessuale sono in crescita in tutta Europa con la Svezia in prima posizione, dove l’incidenza è di 200 casi (ogni 100mila abitanti). Seguono l’Islanda, sopra i 150 casi, la Francia con oltre 100 casi e poi Danimarca, Norvegia, Finlandia e Belgio. Anche in Italia si regista un trend in salita, se si confrontano i dati assoluti delle denunce raccolte dal ministero dell’Interno nel 2013 (4.448) e nel 2022 (6.291).

UNA LEGGE CONTROVERSA

A proposito di violenza sessuale, la nuova Direttiva europea contro la violenza di genere presentata alla discussione in sede di Consiglio europeo (composto dai capi di Stato o di governo degli Stati membri) lo scorso febbraio ha generato dibattiti a causa dell’esclusione della definizione di stupro come atto sessuale non consensuale. La Direttiva contro la violenza di genere ha avuto un iter complesso: la Commissione europea (l’organo esecutivo dell’Ue) lavorava fin dal 2022 a un testo che fosse utile per prevenire e contrastare lo stupro, il femminicidio, il matrimonio forzato, le mutilazioni genitali femminili, le molestie (anche sul lavoro) e la violenza online dichiarate come “violazioni dei diritti fondamentali di libertà e sicurezza” e non semplici “discriminazioni”. La Commissione ha poi presentato – l’8 marzo 2022 – al Consiglio e al Parlamento la proposta di una direttiva ad hoc, che nel giugno 2023 il Parlamento europeo ha approvato con una maggioranza schiacciante di 71 voti favorevoli su 83. Nel testo proposto c’era la definizione di stupro come “rapporto sessuale senza consenso” e si basava sul concetto del “solo sì significa sì”. Secondo tale definizione, dunque, sarebbe da considerarsi stupro qualsiasi forma di penetrazione per la quale non sia stato espresso esplicito consenso (inclusa quella tra partner o coniugi) che deve essere espresso nelle diverse situazioni e deve poter essere ritirato in qualsiasi momento senza che esso possa essere considerato valido per situazioni future. E proprio tale definizione è stato il terreno del contendersi lo scorso febbraio, dato che solo 15 degli Stati membri hanno concordato con tale definizione, mentre gli altri (tra cui l’Italia) limitano la definizione di stupro all’atto sessuale consumato in seguito ad atti di violenza, di coercizione e/o di minaccia.

Foto © Nadine Shaabana via Unsplash

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