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«Questo ascensore è vietato agli ebrei»

by redazione

«Questo ascensore è vietato agli ebrei»

di Olga Focherini

edizioni EDB

144 pagine, 8 euro

 

di Michele Lipori

Le vicende raccontate in questo libro sono i ricordi raccolti da Olga Focherini, figlia di Odoardo, amministratore dell’Avvenire d’Italia (l’attuale giornale cattolico Avvenire), che negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale è entrato a far parte della rete clandestina di soccorso in favore degli ebrei perseguitati dai nazifascisti sviluppatasi nella provincia di Modena. Grazie all’intervento di persone come Focherini, disposte a mettere a repentaglio la propria vita per combattere le inique leggi razziali che privavano gli ebrei di ogni diritto, durante il conflitto si riescono a salvare centinaia di vite umane.

L’impegno di Odoardo e le vicende che portarono al suo arresto sono narrate dal punto di vista di una bambina, che accompagna il lettore a scoprire la vita quotidiana di una famiglia normale durante la guerra. Quello che emerge è sicuramente la preoccupazione di far fronte alle sempre crescenti difficoltà generate dal conflitto, ma anche quei momenti di gentilezza che egli continua ad avere per i figli e soprattutto per la moglie. Un atteggiamento, questo, che mostra l’empatia di cui Odoardo è capace, anche nei momenti più disperati, perfino durante la prigionia, che è certamente il presupposto per l’impegno clandestino. Ma Odoardo, probabilmente in seguito alla testimonianza di un delatore, viene arrestato e deportato nel campo di lavoro di Hersbruck, dove troverà la morte nel 1944. Come riconoscimento alla strenua difesa della libertà delle minoranze, lo Stato d’Israele lo insignisce della medaglia di Giusto fra le nazioni, lo Stato italiano della medaglia al merito civile e infine, nel 2013, la Chiesa cattolica lo beatifica.

Nei mesi di prigionia, Odoardo ha scritto molte lettere che ci aiutano a comprendere come la rete di supporto agli ebrei fosse attiva e composta da numerose persone. La testimonianza di Olga Focherini si interroga sull’importanza della conservazione della memoria e del modo di comunicarla alle nuove generazioni. «I bambini mi capiranno?», si chiede infatti Olga. Un libro pedagogico in senso profondo, poiché ci invita a riflettere sull’idea di giustizia (che è tale anche quando va contro il senso che comunemente gli viene attribuito) e ad orientare le nostre azioni verso ciò che riconosciamo come «bene», anche se significa pagare delle enormi conseguenze.

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2 comments

Odoardo Semellini 5 Aprile 2015 - 09:56

Buongiorno e buona Pasqua,
nel ringraziare Michele Lipori della sua bella recensione, non posso però fare a meno di evidenziare un errore in cui è incorso. Mio nonno Odoardo Focherini, infatti, non era un giornalista dell’Avanti!, bensì amministratore dell’Avvenire d’Italia (l’attuale giornale cattolico Avvenire). La differenza non è da poco.
Grazie comunque ancora, perché Lipori ha ben compreso ed evidenziato il senso pedagogico della testimonianza di mia madre Olga.
Odoardo Semellini

redazione 7 Aprile 2015 - 22:47

Gentile Sig. Semellini,

La ringrazio moltissimo per il suo commento alla nostra recensione sul libro “Questo ascensore è vietato agli ebrei” e anche per la sua precisazione. Come ha visto, abbiamo provveduto ad apportare la modifica secondo le sue indicazioni. Mi scuso molto per l’errore, che chiaramente è dovuto ad una svista: personalmente ho trovato la lettura del libro molto interessante e nient’affatto scontata, sia come esempio di ciò che si poteva e si può ancora fare per combattere le ingiustizie, sia sul modo in cui si può comunicare la memoria di ciò che è stato.
Ancora grazie per la sua segnalazione.
Un cordiale saluto
Michele Lipori

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