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«Guida alla Roma ribelle»

by redazione

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di Rosa Mordenti, Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti, Giuliano Santoro

prefazione di Alessandro Portelli

(Ed. Voland – Collana Finestre, 380 pagine, 16 euro)

recensione a cura di Rocco Luigi Mangiavillano

Roma città immutabile, sorniona, «cheta», indifferente, affastellata di monumenti, fontane, chiese e palazzi che la rendono grande, bella ed eterna, il cui immaginario di tutti i tempi ha nutrito folle di visitatori, ciascuno con l’intento di carpirne il segreto senza mai riuscirci veramente, perché ipnotizzati, ingannevolmente, da ciò che appare solo in superficie, è lo stereotipo che questo libro ci guida a superare. Roma non è solo tutto questo; la città che la guida ci svela è un vissuto ancora vivo che per incontrarlo bisogna «scavare» e andarlo a cercare negli angoli e nelle pieghe di tutti i luoghi che sono stati nel tempo, a partire dal centro storico, «periferie» e «borgate» dense di umanità popolare, per cui ribelle. La metafora di questo «superamento», che lo sguardo del visitatore di passaggio non coglie, è in realtà in bella vista: lo scorrere incessante del biondo Tevere, arteria liquida, simbolo di questa città. L’azione del fiume è continua, tenace, come le lotte e le ribellioni. Tutto al suo passaggio muta continuamente, erode, stratifica, occupa nuovi spazi, a volte esonda, anche violentemente, trasformando ad ogni suo passaggio la geografia umana e dei suoi luoghi. Roma, anch’essa, ha seguito lo stesso corso: ribelle,  come i romani che mai hanno ammiccato ai simboli del potere, fautori di «perennità», e come il vorticoso scorrere delle acque sempre alla ricerca di una via di libertà.

Ecco perché questo libro parla la lingua vera della città e se ci affidiamo, se ci lasciamo trasportare lungo questa «corrente», ci condurrà in un viaggio di conoscenza che, agendo come fa la memoria, ci svela la coesistenza del tempo e delle innumerevoli piccole e grandi storie che, quasi sempre a costo della vita, ne hanno fatto la storia più grande. Questo libro infatti scorre nella città soffermandosi nell’incrocio con le molteplici vicende che l’hanno attraversata. Sono storie di uomini e donne, giovani, a volte ragazzini o anziani, persone comuni delle borgate: operai, tranvieri, artigiani, studenti, casalinghe, insegnanti, poeti, scrittori ma anche facchini, scaricatori, venditori ecc. che nel tempo si sono trovati insieme nella lotta, mai per il potere o per essere inclusi in esso, come ci racconta Mario Tronti nella «ribellione disincantata dei romani», ma attraverso i loro rivolgimenti, nei luoghi sparsi un po’ ovunque nella città, per opporsi alla subdola violenza del dominio.

Quindi gli autori, attraverso questa guida, non solo disegnano un percorso della memoria, dove si incontrano le mille storie di resistenza e le lotte contro i poteri che li hanno oppressi: da Menenio Agrippa, che ottenne l’istituzione dei Tribuni della plebe, passando per l’inquisizione, alla Repubblica romana contro i poteri papalini, dalla Resistenza per liberare Roma e l’Italia dal nazifascismo, ai movimenti studenteschi e alle lotte per la casa e l’occupazione dei luoghi abbandonati dove fare cultura e restituirli, quindi, rinnovati al quartiere e al territorio a simbolo di una conquista che tutti include e richiama a prendersene cura. L’operazione degli autori produce qualcosa di più: dà vita ad una scrittura collettiva. Una ricerca, frutto di discussioni e di incontri, dove si intrecciano voci e linguaggi diversi che non si chiudono nel libro stesso, anzi divengono cassa di risonanza di altre storie, che  si aggiungono a rendere ancora più vivace il fluire di questa «corrente».

Guida alla Roma ribelle, quindi è un cantiere sociale a cielo aperto dove, accanto alle vicende e ai luoghi intrisi di sofferenza e del tanto sangue versato per la libertà, poter incontrare anche i libri, il cinema, la musica, il teatro e le persone che gli hanno dato vita. Si scopre così una Roma inedita e una romanità «internazionale», fuori – come dicono gli autori stessi – dalla cortina fumogena dei luoghi comuni sedimentati nel tempo. Le testimonianze di Ascanio Celestini, Carlo Lizzani, Giovanna Marini, Tano D’amico e Daouda Sanogo, solo per citarne alcune, arricchiscono questa guida i cui conflitti narrati, come si legge nell’introduzione di Alessandro Portelli, mostrano Roma, città millenaria in cui le storie si intrecciano, si scontrano, spesso sanguinano: per questo viva e affascinante.

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